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Sandro Pertini nelle carte della Questura di Savona

Documento del 2 maggio 1925 - Segnalazione di persona da ricercare Ordine di cattura per Alessandro Pertini

 

Questa mostra virtuale ripropone l’esposizione documentaria inaugurata presso il nostro Archivio il 17 febbraio 2020 nell’ambito delle manifestazioni organizzate dall’ISREC “Umberto Scardaoni” di Savona e dall’ILSREC “Raimondo Ricci” di Genova per ricordare la figura di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, a trent’anni dalla sua scomparsa.
I documenti esposti sono tratti dal fascicolo relativo a Alessandro Pertini, conservato nel fondo Questura di Savona, categoria A8, “Schedario politico”, dove erano raccolte le informazioni sui soggetti ritenuti pericolosi per lo Stato a causa della loro condotta politica, i cosiddetti “sovversivi”. L’Archivio di Stato di Savona conserva circa 2000 fascicoli appartenenti a questa categoria; questi sono liberamente consultabili presso la sala di studio, previa verifica della presenza di dati sensibili, nel rispetto della normativa vigente.
Il fascicolo costituisce una fonte fondamentale per ricostruire le vicende legate alla lotta politica di Pertini contro il regime fascista e agli anni della prigionia e del confino. Documenta inoltre le azioni messe in atto dalle Autorità di pubblica sicurezza per la sorveglianza sulle sue azioni e sulla sua rete di conoscenze, anche attraverso il controllo della sua corrispondenza.
I documenti sono presentati in ordine cronologico e corredati da una didascalia esplicativa. La mostra copre il periodo che va dall’arresto di Pertini nel 1925 alla sua liberazione nel 1943.

L’arresto e la fuga in Francia

Sandro Pertini nasce a Stella, in provincia di Savona, il 25 settembre 1896. Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale, nel 1918 si iscrive al Partito socialista italiano presso la federazione di Savona e l’anno successivo è eletto consigliere socialista a Stella. Nel 1922 aderisce al Partito socialista unitario (PSU) sorto dopo la scissione del PSI. Nel 1923 consegue la laurea in giurisprudenza all’Università di Modena e nel 1924 quella in scienze politiche alla facoltà Cesare Alfieri di Firenze.

Il 22 maggio 1925 Pertini viene arrestato per aver diffuso un manifesto antifascista dal titolo “Sotto il barbaro dominio fascista”. Il 3 giugno viene condannato a 8 mesi di reclusione, che però non sconta grazie ad un’amnistia. Nel 1926 è nuovamente fermato a Savona.

 

23 maggio 1925. Verbale della perquisizione eseguita nell’abitazione savonese di Pertini

23 maggio 1925. Verbale della perquisizione eseguita nell’abitazione savonese di Pertini.

 

17 ottobre 1926. Verbale della perquisizione eseguita alla stazione di Savona, durante la quale viene rinvenuto e sequestrato materiale antifascista.

17 ottobre 1926. Verbale della perquisizione eseguita alla stazione di Savona, durante la quale viene rinvenuto e sequestrato materiale antifascista.

 

Alcuni dei volantini e degli scritti antifascisti rinvenuti durante la perquisizione

Alcuni dei volantini e degli scritti antifascisti rinvenuti durante la perquisizione.

Il 4 dicembre 1926, con la proclamazione delle leggi eccezionali antifasciste, Sandro Pertini è assegnato a cinque anni di confino. Sottrattosi alla cattura, si rifugia a Milano e successivamente in Francia, dove ottiene asilo politico.

 

4 dicembre 1926. Ordinanza di assegnazione al confino (copia conforme del 1934)

4 dicembre 1926. Ordinanza di assegnazione al confino (copia conforme del 1934)

A Parigi Pertini lavora come muratore e comparsa nel cinema. Intanto in Italia il 14 settembre 1927 è condannato in contumacia a 10 mesi di reclusione. Anche in Francia subisce due processi per la sua attività politica. Le carte testimoniano l’attività di ricerca e controllo portata avanti dalle Autorità italiane negli anni 1927-1929.

 

25 maggio 1927. Nella nota della Regia Prefettura di Genova si legge "Comunicasi che il Pertini sembra attualmente trovarsi in Francia a quanto riferisce il Regio Consolato d'Italia a Nizza

25 maggio 1927. Nella nota della Regia Prefettura di Genova si legge “Comunicasi che il Pertini sembra attualmente trovarsi in Francia a quanto riferisce il Regio Consolato d’Italia a Nizza (…)”

 

3 luglio 1927. Il Ministero dell'Interno trasmette le informazioni che il Consolato italiano a Nizza ha raccolto sulla visita in Francia della madre di Pertini al figlio

3 luglio 1927. Il Ministero dell’Interno trasmette le informazioni che il Consolato italiano a Nizza ha raccolto sulla visita in Francia della madre di Pertini al figlio.

 

17 dicembre 1927. La copia della fotografia del ricercato Alessandro Pertini, "socialista e antifascista", viene trasmessa a tutti i Prefetti del Regno e ai Commissari delle zone di frontiera.

17 dicembre 1927. La copia della fotografia del ricercato Alessandro Pertini, “socialista e antifascista”, viene trasmessa a tutti i Prefetti del Regno e ai Commissari delle zone di frontiera.

 

20 luglio 1928. Nella nota del Ministero dell'Interno sull'attività di Pertini in Francia, si legge, tra l'altro, che dopo essere stato licenziato dalla ditta Rolland, presso la quale lavorava come pittore decoratore, Pertini lavora a Nizza come comparsa cinematografica

20 luglio 1928. Nella nota del Ministero dell’Interno sull’attività di Pertini in Francia, si legge, tra l’altro, che dopo essere stato licenziato dalla ditta Rolland, presso la quale lavorava come pittore decoratore, Pertini lavora a Nizza come comparsa cinematografica.

 

14 dicembre 1928. Nella nota del Ministero dell'Interno si fa riferimento alla provenienza dei fondi utilizzati per sostenere le spese della stazione radio clandestina gestita da Pertini e scoperta dalla Polizia francese.

14 dicembre 1928. Nella nota del Ministero dell’Interno si fa riferimento alla provenienza dei fondi utilizzati per sostenere le spese della stazione radio clandestina gestita da Pertini e scoperta dalla Polizia francese.

 

L'articolo di giornale, datato 9 ottobre 1928 e titolato "Il famigerato antifascista Pertini si è fatto arrestare a Nizza" riporta la notizia dell'arresto di Pertini in Francia, a seguito della scoperta della radio clandestina. La lettera a sinistra è del suo amico Claudio Treves, ricopiata da Pertini stesso

L’articolo di giornale, datato 9 ottobre 1928 e titolato “Il famigerato antifascista Pertini si è fatto arrestare a Nizza” riporta la notizia dell’arresto di Pertini in Francia, a seguito della scoperta della radio clandestina. La lettera a sinistra è del suo amico Claudio Treves, ricopiata da Pertini stesso.

 

Cartella biografica aggiornata al 4 aprile 1929. La descrizione di Sandro Pertini inizia con queste parole: "Avversario irriducibile del Regime Fascista, con la propaganda orale, con la distribuzione clandestina di manifestini sovversivi e con l'aiuto finanziario ai giornali del suo partito, ha sempre svolto opera diretta ad ostacolare l'azione dei Poteri dello Stato

Cartella biografica aggiornata al 4 aprile 1929. La descrizione di Sandro Pertini inizia con queste parole: “Avversario irriducibile del Regime Fascista, con la propaganda orale, con la distribuzione clandestina di manifestini sovversivi e con l’aiuto finanziario ai giornali del suo partito, ha sempre svolto opera diretta ad ostacolare l’azione dei Poteri dello Stato”

 

9 aprile 1929. Il Ministero dell'Interno trasmette le comunicazioni del Consolato italiano in merito a un possibile trasferimento di Pertini a Ginevra e ad azioni antipatriottiche da lui stesso organizzate

9 aprile 1929. Il Ministero dell’Interno trasmette le comunicazioni del Consolato italiano in merito a un possibile trasferimento di Pertini a Ginevra e ad azioni antipatriottiche da lui stesso organizzate.

 

Il rientro in Italia e la prigionia

Rientato in Italia nel 1929, utilizzando un passaporto falso, Pertini viene arrestato a Pisa il 14 aprile e processato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Il processo termina nel mese di novembre con la condanna a 10 anni e 9 mesi di reclusione. Nel 1931 dal carcere di S. Stefano, nell’arcipelago delle Isole Ponziane, viene trasferito a Turi (Bari). Il 13 novembre, in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute, viene trasferito presso il sanatorio giudiziario di Pianosa.
In una lettera datata 15 dicembre 1958 e inviata al cognato Umberto Voltolina, Pertini descrive una sensazione provata durante i primi anni di prigionia: “Mi rivedo, tanti anni fa, nella mia cella dell’ergastolo di Santo Stefano, un mattino di primavera. Il vento improvvisamente inondò la cella del profumo di una ginestra cresciuta sul terreno pietroso dell’isola e fiorita nella notte. Quel profumo mi prese tutto, mi diede alla testa, mi sentii come ubriaco. Era la primavera, la vita, Umberto; la vita che scorreva fuori dell’ergastolo, lontano dalla mia giovinezza… (…)”

Si ringrazia Umberto Voltolina, presidente della Fondazione Pertini, che in occasione dell’inaugurazione della mostra all’Archivio di Stato il 17 febbraio 2020 ha consegnato ai partecipanti una copia di questa lettera.

 

11 aprile 1929. Nella nota della Direzione della pubblica sicurezza è riportato il contenuto scritto di una lettera della allora fidanzata di Pertini, Matilde "Mati" Ferrari, scritto con inchiostro simpatico.

11 aprile 1929. Nella nota della Direzione della pubblica sicurezza è riportato il contenuto scritto di una lettera della allora fidanzata di Pertini, Matilde “Mati” Ferrari, scritto con inchiostro simpatico.

 

26 agosto 1931. La Legione territoriale dei Carabinieri di Genova comunica i risultati delle indagini per l'identificazione di un "cugino" citato nella corrispondenza di Pertini.

26 agosto 1931. La Legione territoriale dei Carabinieri di Genova comunica i risultati delle indagini per l’identificazione di un “cugino” citato nella corrispondenza di Pertini.

 

9 maggio 1932. Nota della Compagnia dei Carabinieri di Savona in merito alla corrispondenza tra Pertini e sua madre.

9 maggio 1932. Nota della Compagnia dei Carabinieri di Savona in merito alla corrispondenza tra Pertini e sua madre.

 

15 marzo 1933. La Procura generale presso il Tribunale per la difesa dello Stato trasmette alla Questura copia della domanda di grazia presentata dalla madre di Pertini, Maria Muzio.

15 marzo 1933. La Procura generale presso il Tribunale per la difesa dello Stato trasmette alla Questura copia della domanda di grazia presentata dalla madre di Pertini, Maria Muzio.

 

22 dicembre 1932 (Copia conforme redatta il 15 marzo 1933). Lettera di Maria Muzio, madre di Pertini, al Capo del Governo relativa alla richiesta di grazia per suo figlio, detenuto nel sanatorio di Pianosa. Nonostante l'intervento della madre, Pertini rifiuterà di presentare domanda di grazia.

22 dicembre 1932 (Copia conforme redatta il 15 marzo 1933). Lettera di Maria Muzio, madre di Pertini, al Capo del Governo relativa alla richiesta di grazia per suo figlio, detenuto nel sanatorio di Pianosa. Nonostante l’intervento della madre, Pertini rifiuterà di presentare domanda di grazia.

 

29 giugno 1933. Disposizioni del Ministero in seguito alla pubblicazione, a Parigi, di alcune lettere di Pertini e di scritti su di lui.

29 giugno 1933. Disposizioni del Ministero in seguito alla pubblicazione, a Parigi, di alcune lettere di Pertini e di scritti su di lui.

 

9 novembre 1933. La Direzione della pubblica sicurezza ribadisce la necessità di effettuare una stretta sorveglianza sui contatti tra la madre e gli amici di Pertini anche alla luce delle lettere pubblicate sui giornali "sovversivi" esteri.

9 novembre 1933. La Direzione della pubblica sicurezza ribadisce la necessità di effettuare una stretta sorveglianza sui contatti tra la madre e gli amici di Pertini anche alla luce delle lettere pubblicate sui giornali “sovversivi” esteri.

 

7 gennaio 1934. Lettera alla madre dal reclusorio di Pianosa. Non si tratta della lettera originale scritta da Pertini, ma di una trascrizione realizzata nell'ambito del controllo ordinario della corrispondenza del detenuto. La lettera inizia così: "Mia buona mamma, grazie del pacco. Questa volta mi è giunto in ottime condizioni. I dolci furono trovati squisiti. Attendo sempre una tua lettera. È da mesi, ormai, che non mi si consegnano tue lettere! Ti sarà facile immaginare il mio stato d'animo

7 gennaio 1934. Lettera alla madre dal reclusorio di Pianosa. Non si tratta della lettera originale scritta da Pertini, ma di una trascrizione realizzata nell’ambito del controllo ordinario della corrispondenza del detenuto. La lettera inizia così: “Mia buona mamma, grazie del pacco. Questa volta mi è giunto in ottime condizioni. I dolci furono trovati squisiti. Attendo sempre una tua lettera. È da mesi, ormai, che non mi si consegnano tue lettere! Ti sarà facile immaginare il mio stato d’animo (…)”

 

Il confino e la liberazione

Nel 1934 Sandro Pertini è assegnato al confino a Ponza; successivamente è inviato a Ventotene. In seguito alla caduta del fascismo, Pertini torna libero nell’agosto 1943.

5 ottobre 1934. Comunicazione relativa all'assegnazione di Sandro Pertini al confino sull'isola di Ponza.

5 ottobre 1934. Comunicazione relativa all’assegnazione di Sandro Pertini al confino sull’isola di Ponza.

 

29 luglio 1941. Da Ventotene Sandro Pertini chiede di essere trasferito per un breve periodo nelle carceri di Savona per potersi avvicinare alla madre ottantaseienne.

29 luglio 1941. Da Ventotene Sandro Pertini chiede di essere trasferito per un breve periodo nelle carceri di Savona per potersi avvicinare alla madre ottantaseienne.

 

10 settembre 1941. Nella nota sono riportate le parole di Pertini scritte in un telegramma inviato all'avvocato Isetta: "Giovedì sarò carceri Savona. Avverti mamma. Bacioni"

10 settembre 1941. Nella nota sono riportate le parole di Pertini scritte in un telegramma inviato all’avvocato Isetta: “Giovedì sarò carceri Savona. Avverti mamma. Bacioni”

 

10 agosto 1943. Nel telegramma il Capo della polizia Carmine Senise comunica la liberazione di Sandro Pertini

10 agosto 1943. Nel telegramma il Capo della polizia Carmine Senise comunica la liberazione di Sandro Pertini

 

22 agosto 1943. Il direttore della colonia di confino politico di Ventotene, Marcello Guida, comunica il previsto arrivo di Pertini a Savona

22 agosto 1943. Il direttore della colonia di confino politico di Ventotene, Marcello Guida, comunica il previsto arrivo di Pertini a Savona

Nel 1943 diventa vicesegretario del Partito Socialista a Roma ed entra nella giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale. Catturato dalle SS, è condannato a morte e imprigionato nel carcere di Regina Coeli; evaso dal carcere il 25 gennaio del 1944 insieme a Giuseppe Saragat, grazie ad una azione partigiana, giunge a Milano dove assume la carica di segretario del Partito Socialista nei territori occupati dai tedeschi. Dirige la lotta partigiana e nell’estate del 1944 partecipa alla liberazione di Firenze.
Dopo la guerra si dedica all’attività politica e al giornalismo. Nel 1946 è eletto deputato dell’Assemblea Costituente e nel 1948 è Senatore della Repubblica. Negli anni successivi è eletto deputato, Vice-Presidente e Presidente della Camera dei Deputati. Ha diretto l’Avanti e il quotidiano “il Lavoro”. Nel 1978 diventa Presidente della Repubblica. Muore a Roma il 24 febbraio 1990.

Ringraziamo il prof. Giuseppe Milazzo per le informazioni e il supporto forniti durante l’allestimento della mostra presso l’Istituto, che qui è riproposta in una versione adattata per la fruizione online.

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