Rinvenute tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 nelle copertine delle legature di atti notarili e bastardelli conservati in Archivio di Stato, le pergamene dantesche sono composte da quattro carte provenienti da un antico codice della Commedia. Vi sono riportati integralmente i canti XIII, XIV, XV e XVI del Paradiso e frammenti dei canti XII (85-145) e XVII (1-21).
Nel mese di settembre il frammento dantesco farà parte del percorso espositivo della mostra “Dante e la Liguria – Manoscritti e immagini del Medioevo”, Archivio di Stato di Genova, 16 settembre – 10 dicembre 2021. La mostra, organizzata dall’Archivio di Stato di Genova e dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria, in collaborazione con il DIRAAS – Dipartimento di italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo – dell’Università di Genova, si propone di indagare la fortuna dell’opera di Dante, e in particolare della Commedia, a Genova e in Liguria nei secoli XIV e XV.
Savona al tempo di Dante
L’archivio del Comune di Savona, conservato presso l’Archivio di Stato, è indubbiamente la fonte principale per lo studio della storia cittadina, della nascita e dello sviluppo del Comune.
Per mostrare alcune “istantanee” della vita della città di Savona a cavallo tra i secoli XIII e XIV, negli anni in cui visse Dante (1265 – 1321), esponiamo alcuni documenti scelti tra le oltre 1000 pergamene conservate.
Tra questi troviamo un privilegio e due lettere dell’imperatore Enrico VII che risalgono alla sua discesa in Italia. Su di lui Dante aveva posto la grande speranza della monarchia universale, oltre a quella del ripristino dell’ordine e della pace in Italia, sconvolta dai conflitti tra guelfi e ghibellini. Dante dedicò a Enrico VII (Arrigo) l’epistola VII e alcune menzioni nella Commedia. Di seguito parte della profezia di Beatrice nel canto XXX del Paradiso:
E ‘n quel gran seggio a che tu li occhi tieni
per la corona che già v’è su posta,
prima che tu a queste nozze ceni,
sederà l’alma, che fia giù agosta,
de l’alto Arrigo, ch’a drizzare Italia
verrà in prima ch’ella sia disposta.
(Paradiso, XXX, 133-138)
1) 1297, marzo 10, nel capitolo di Savona
Il vescovo di Savona, Enrico, e gli otto sapienti eletti dal Consiglio savonese, con la mediazione di Bonifacio, vescovo di Alba, di Ugheto, marchese del Carretto, e del podestà di Savona, Andriolo Lercario, stipulano un trattato in merito al vino prodotto nelle terre vescovili e al legname verde del bosco del Comune. (Comune di Savona, Pergamene, I/172)
2) 1298, marzo 5, Genova
Il podestà, i capitani, l’abate del popolo e gli otto consiglieri di Genova ordinano a tutti i podestà castellani, i consoli, rettori, magistrati, ufficiali e Comuni della riviera occidentale di esigere la colletta per l’allestimento dell’esercito solo dai possessori residenti e di restituire le somme ingiustamente riscosse. (Comune di Savona, Pergamene, I/176)
3) 1298, novembre 15, Savona
Il Comune di Savona nomina suo sindaco il notaio Giacomo Testa per intentare causa al Comune di Genova per la malatolta sul grano e per altre esazioni e pedaggi pagati in Genova dai Savonesi in deroga alla convenzione del 1251; per acquistare dal Comune genovese o da privati da 500 a 1.000 mine di grano al prezzo massimo di 16 o17 genovini per mina e per contrarre il relativo mutuo. (Comune di Savona, Pergamene, I/175)
4) 1303, giugno 14, Genova, nel palazzo del Comune
Federico Babo e Percivalle di Albisola, sindaci del Comune di Savona, chiedono al podestà di Genova, Guglielmo Turco di Castello, cittadino di Asti, la restituzione al Comune savonese della giurisdizione e dei proventi della castellania di Quiliano in base alla convenzione del 1251. Il podestà respinge la petizione per vizio di forma. (Comune di Savona, Pergamene, I/189)
5) 1306, luglio 21, nel capitolo di Savona
Raimondo, presbitero, banditore e sindaco del Comune di Savona, dichiara di aver avuto in mutuo da Polino Maleta 535 lire di genovini per saldare due debiti del Comune, nei confronti dello stesso Polino e del fratello defunto Aicardino, da restituire entro un anno. (Comune di Savona, Pergamene, I/195)
6) 1311, novembre 24, Genova
L’imperatore Enrico VII conferma al Comune di Savona i privilegi concessi da Enrico II e da Federico II. (Comune di Savona, Pergamene, III/32)
7) 1312, aprile 11, Pisa
Enrico VII accoglie il Comune di Savona sotto la sua protezione e ordina ai fedeli dell’Impero non soltanto di non danneggiare i Savonesi, ma di favorirli e difenderli. (Comune di Savona, Pergamene, III/33)
8) 1312, aprile 13, Pisa
Enrico VII ordina a tutte le autorità civili dell’Impero di espellere dalle loro terre i condannati a morte a Savona e nel suo distretto. (Comune di Savona, Pergamene, II/224)