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#iorestoacasa – I nostri tesori

Marzo 2020 – L’Archivio di Stato di Savona aderisce alla campagna del MIBACT #iorestoacasa raccontando virtualmente alcuni dei propri tesori.

 

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato

È il più antico protocollo notarile a noi pervenuto, dopo quello genovese di Giovanni Scriba del 1154-1164.

Si tratta di un registro in pergamena che contiene le minute degli atti rogati perlopiù a Savona dal notaio Arnaldo Cumano dal maggio 1178 al maggio 1182 (con tre documenti risalenti al 1177), e dal notaio Giovanni di Donato fino al marzo 1188. Vi sono registrati atti pubblici, come laudes e emancipazioni, e documenti privati, tra cui compravendite, testamenti, costituzioni dotali, ecc. che rappresentano una fonte preziosissima per la storia di Savona e della vita dei savonesi nel XII secolo.

Grazie alle notizie contenute in questo cartulario, si può collocare l’inizio dell’attività del notaio Arnaldo Cumano tra il 1163 e il 1166. Era notaio del Sacro Palazzo, ma non è noto quando assunse la carica di scriba del Comune di Savona. Il suo servizio per il Comune si interruppe solo provvisoriamente con il 1182, quando gli subentrò Giovanni de Donato, e riprese tra il 1192 e il 1197.

All’interno del cartulario è presente una pergamena sciolta di mano ignota, nota come Dichiarazione di Paxia, che è il più antico documento in volgare ligure a noi noto, databile tra il 1181 e il 1193. Riguarda la dichiarazione che Paxia, vedova di Giovanni, presenta ai Consoli di Savona per denunciare la consistenza dei beni mobili lasciati dal defunto marito, della sua dote, delle spese sostenute in seguito alla morte del marito e dei debiti di cui è gravata.

L’Archivio di Stato di Savona conserva altri tre registri notarili fra i più antichi, risalenti agli inizi del XIII secolo: i cartolari del notaio Martino, di Uberto e del notaio Saono.

Bibliografia:

– Il Cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (Savona, 1178-1188), a cura di L. Balletto, G. Cencetti, G. Orlandelli, B. M. Pisoni Agnoli, Roma 1978.

– Rovere A., Cancelleria e notariato a Savona tra i secoli XII e XIII, in 1014: verso la nascita del comune di Savona: istituzioni, paesaggi, economie, cultura. Atti del Convegno Storico. Savona, 12-13 Dicembre 2014, «Atti e memorie. Società Savonese di Storia Patria», n.s., LII, Savona 2016.

 

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188)

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188)

 

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188), particolare

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188), particolare

 

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188), particolare

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188), particolare

 

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188), particolare

Il cartulario di Arnaldo Cumano e Giovanni di Donato (1178–1188), particolare

 

La dichiarazione di Paxia (1178-1193)

La dichiarazione di Paxia (1178-1193)

 

I Registri della Catena del Comune di Savona

Si tratta di due registri in pergamena con legatura moderna in pelle su assicelle di legno, con borchie metalliche e una catena pendente, dalla quale prendono il nome, costituiti rispettivamente da 103 e 327 carte. Nei due registri, indicati con Registro I e Registro II, furono trascritti dai notai del Comune di Savona i documenti ritenuti indispensabili per il Comune stesso in quanto provavano la legittimità dell’esercizio dell’autorità, del godimento di diritti e privilegi, del possesso di determinati beni.

La prassi di selezionare alcuni documenti e trascriverli su registri, denominati “cartulari”, nacque in ambito ecclesiastico e fu successivamente adottata anche dai Comuni con la realizzazione dei registri che sono generalmente denominati Libri Iurium, vale a dire Libri dei diritti. Vi si trovano diplomi imperiali, privilegi papali, trattati di alleanza, investiture, atti di dedizione e sottomissione e altri negozi giuridici diversi. La necessità di creare queste raccolte da parte dei Comuni era favorita dalla garanzia di conservazione e dalla comodità di consultazione; era inoltre giustificata anche dal fatto che nel Medio Evo, c’era il bisogno della continua conferma di legittimità, ad esempio in occasione di successioni imperiali.

A Savona nel XIII secolo iniziarono a essere compilati questi registri, che nel corso dei secoli furono denominati in vari modi, liber communis, liber privilegiorum, liber conventionum e, dal Settecento, libri della Catena. La denominazione “Registri della Catena” è comunque sempre stata privilegiata dalla storiografia savonese, ricordiamo in particolare Agostino Bruno, Vittorio Poggi, Italo Scovazzi e Filippo Noberasco.

I più antichi documenti che vi sono raccolti attestavano l’autonomia del comune savonese e i relativi rapporti con i marchesi, con il vescovo e con altre comunità. Il primo registro inizia con un diploma del 998 dell’imperatore Ottone III che, su richiesta di Bernardo, vescovo di Savona, conferma alla Chiesa savonese tutti i suoi possessi e diritti. Il secondo, dalla genesi più complessa, si apre con l’indice di entrambi i volumi, redatto presumibilmente intorno al 1407; l’atto più antico trascritto è la cosiddetta Convenzione di Varazze tra i Comuni di Genova e Savona nel 1251, con la quale Savona divenne un Comune federato della Repubblica genovese.

Bibliografia:

I Registri della Catena del comune di Savona, a cura di M. NOCERA, F. PERASSO, D. PUNCUH, A. ROVERE, in «Atti della Società Ligure di Storia Patria», n.s., XXV-XXVI, Genova 1986

 

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

 

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

 

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

 

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

Registro della Catena I (sec. XIII-XV), particolare

 

 Registro della Catena I (sec. XIII-XV). Copia dell'atto del 10 aprile 1191, l'atto di nascita del libero Comune di Savona, con cui il Comune acquistò dai marchesi del Carretto gli ultimi possedimenti e diritti signorili in città.

Registro della Catena I (sec. XIII-XV). Copia dell’atto del 10 aprile 1191, l’atto di nascita del libero Comune di Savona, con cui il Comune acquistò dai marchesi del Carretto gli ultimi possedimenti e diritti signorili in città.

 

Registro della Catena I (sec. XIII-XV)

Registro della Catena I (sec. XIII-XV)

 

Registro della Catena II (sec. XIII-XVI), particolare

Registro della Catena II (sec. XIII-XVI), particolare

 

Registro della Catena II (sec. XIII-XVI), particolare

Registro della Catena II (sec. XIII-XVI), particolare

 

Registro della Catena II (sec. XIII-XVI), particolare

Registro della Catena II (sec. XIII-XVI), particolare

 

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania (1097)

È un documento su pergamena datato 28 dicembre 1097. Si tratta del primo documento originale relativo all’Abbazia di Ferrania, che sorge nell’omonima frazione in comune di Cairo Montenotte, con il quale il marchese Bonifacio del Vasto, capostipite delle famiglie Del Carretto, donò, insieme al nipote Enrico, numerosi terreni, tenute agricole, chiese e altre costruzioni ai canonici regolari di S. Agostino presso la Chiesa di Ferrania.

…..Tutti i terreni che si trovano in val Bormida e nel luogo detto ferranica e nella valle di rio piano…. Metà dei beni di nostro diritto con le cappelle che si trovano nella corte e nella villa di Saliceto…. Un massarizio nel luogo detto Caro….le case i terreni, le cappelle e tutto quanto è in nostro diritto nel luogo chiamato Careto e nel luogo di Caurexana…..

La prima menzione dell’esistenza del complesso risale in realtà alla concessione del 1090, pervenutaci grazie a una copia duecentesca, con la quale il Marchese Bonifacio del Vasto concesse alla Chiesa di Ferrania libero transito e pascolo per tutte le sue terre.

Il primo nucleo oggetto della donazione del 1097 si ampliò in seguito con l’aggiunta di nuovi territori, tra i quali Biestro, Carcare, Cosseria e Millesimo, tanto che alla metà del XIII secolo l’Abbazia possedeva un enorme patrimonio, costituito da 23 chiese, 5 pievi, 2 ospedali e 4 villaggi nonché beni e diritti di decime su diverse località ubicate tra la costa ligure e il basso Piemonte.

La storia dell’Abbazia è legata ai marchesi Del Carretto, autori di cospicue donazioni all’abbazia, che di fatto ne godevano le rendite annoverando diversi canonici e prepositi presso il convento, e alla famiglia Scarampi di Asti che, alla metà del metà del XIV secolo ottenne il patronato dell’Abbazia e lo mantenne per tre secoli.

Il fondo dell’Abbazia di Ferrania è giunto presso l’Archivio di Stato di Savona in due tempi, nel 1995 e nel 1998, grazie all’acquisto da parte dello Stato delle due parti in cui era suddiviso in seguito a vicende ereditarie, e che si trovavano in mano privata.

L’archivio copre un arco cronologico che va dal 1097 al 1817 ed è costituito da 459 fascicoli, 15 registri contabili, 4 volumi a stampa relativi a cause e due mappe acquerellate. Comprende 92 pergamene, una parte delle quali è stata restaurata nel 2019.

Per maggiori notizie sull’archivio dell’Abbazia, visitate la nostra mostra virtuale I documenti dell’Abbazia di Ferrania. Buona lettura!

 

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania (1097)

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania (1097)

 

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania, particolare delle sottoscrizioni

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania, particolare delle sottoscrizioni

 

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania prima del restauro del 2019, particolare

La donazione di Bonifacio del Vasto alla canonica di Ferrania prima del restauro del 2019, particolare

 

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